Undici milioni di utenti: agli italiani piace Fintech

Sono ormai undici milioni gli italiani che nel 2018 hanno utilizzato almeno una volta servizi fintech o insurtech. Vuol dire che un quarto dei cittadini tra 18 e 74 anni hanno fatto ricorso almeno una volta all’innovazione digitale che sta rivoluzionando il sistema finanziario a livello globale: il 25% a oggi rispetto al 16% un anno fa. Secondo l’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano, a guidare l’utilizzo sono i pagamenti mobili, seguiti dai servizi per gestire il budget personale o familiare e per i trasferimenti di denaro tra privati. Ma sono un po’ tutti i servizi ad essere molto apprezzati, anche in campo assicurativo, dall’attivazione di polizza istantanee alla gestione dei sinistri da smartphone, così pure i servizi finanziari più tradizionali, come i prestiti sempre via smartphone.

Ma il fenomeno digitale sta interessando anche il mondo business: più della metà delle Pmi italiane – il 55% – interagisce con gli istituti finanziari tramite una app per smartphone, il 92% lo fa tramite pc. Ma le aziende sono ancora diffidenti nei confronti dei servizi più innovativi e preferiscono le modalità più tradizionali: pur essendo già oggi in grado di gestire in maniera digitale tutti i servizi assicurativi in maniera digitale, solo il 15% ha acquistato una polizza online. E solo il 5% delle Pmi ha utilizzato metodi di finanziamento alternativi come minibond, prestiti P2P o soluzioni di supply chain.

D’altra parte, come ha sottolineato Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’Osservatorio, nella presentazione dei dati, «con la riserva delle risorse disponibili, si apre una grande opportunità per le banche: i risparmiatori e le aziende hanno fame di servizi all’insegna dell’efficienza e di performance positive, mentre gli istituti di credito sono nel pieno di una ridefinizione delle strategie che riequilibri le attività di intermediazione in contrazione con un aumento dei servizi».

In questo senso il fintech rappresenta un’opportunità di innovazione all’insegna dell’“open finance”, in una collaborazione aperta con i nuovi attori fintech che possono apportare soluzioni tecnologiche, velocità di adozione di nuovi modelli organizzativi, focalizzazioni su segmenti e servizi specifici.

Non è un caso che sia sempre maggiore la quota di startup (24%) operativa in ambito finanziario e assicurativo: soggetti che sanno fare benissimo singoli compiti o che hanno soluzioni rapide e efficienti per problemi specifici. L’Italia, come al solito, è ben lontana dalle realtà più avanzate, ma sta crescendo a ritmi rapidi: sono otto le startup che hanno superato la soglia del milione di dollari di finanziamenti ricevuti per un totale di 44 milioni di dollari più del doppio di un anno prima.

L’Osservatorio segnala peraltro che gli italiani mantengono una discreta fiducia negli istituti finanziari, anche se il livello scende ovviamente tra i più giovani. Ma sempre più il consumatore, abituato a vivere fare tutto con il proprio smartphone, chiede servizi personalizzati e agili. E tra i consumatori possiamo ricomprendere anche le Pmi, che non sono ancora ben consapevoli del mondo nuovo che hanno a portata di mano. Ma la consapevolezza è in rapida crescita: banche e assicurazioni non possono permettersi di stare ferme