Jp Morgan è pronta ad avviare quella che ormai appare una rivoluzione annunciata per Wall Street, almeno per quanto riguarda gli investimenti retail. Da settimana prossima la nuova piattaforma YouInvest permetterà cento operazioni di trading nel primo anno a costi annullati: commissioni zero. In più l’utente avrà a disposizione un sofisticato strumento per la composizione del proprio portafoglio e l’accesso alla ricerca della banca. Tutto gratuito!
Che succede? Anche il simbolo del profitto si è lasciato conquistare dal “free”? Tanto più che la mossa di Jp Morgan è stata accompagnata da uno scivolone delle quotazioni dei maggiori rivali, da Charles Schwab a E*Trade, che pur oggi hanno fee decisamente più basse rispetto ai 24,95 dollari per operazioni della banca. E’ indubbio che la concorrenza abbia ridotto i costi per i risparmiatori, che si tratti di fare trading o di acquistare fondi. Anche il fintech ha contribuito ad accelerare il processo. “Invest for free” è il motto di Robinhood, la startup americana che punta ad aprire gli investimenti aprendo anche ai piccoli, con opportunità di investimento anche piuttosto aggressive. Che ormai non è più proprio una startup di primo pelo: in quattro anni ha conquistato cinque milioni di clienti e cento miliardi di dollari di transazioni, con una valutazione lieviatata a 5,6 miliardi.
Anche per Robinhood la chiave di volta del successo è stato l’approccio delle commissioni zero. Un modello che è stato adottato in Europa da una startup, questa sì davvero giovane: Freetrade, tra i cui fondatori c’è un giovane italiano, Davide Fioranelli, lascia intendere tutto dal nome. A differenza di Robinhood, la versione europea – per ora riservata agli iunglesi, ma in cerca di un punto d’appoggio continentale – vuole essere meno speculativa e invece accompagnare un processo di democratizzazione della fiannza con investimenti alla portata di tutti, senza limiti minimi e con un interfaccia emplic. Ma anche con modelli di gamification a step successivi che mirano ad alfabetizzare gli investitori.
Nella stessa direzione della democratizzazione della finanza si muovono anche alcune iniziative nell’ambito della blockchain: Blockchain Capital ha già lanciato più di un fondo in criptovalute per il venture capital, settore tradizionalmente riservato agli investitori di grossa taglia.
Perché tutte queste iniziative alla fine hanno un obiettivo comune, che non è semplicemente rubarsi clienti già fidelizzati e abituati ad avere a che fare con l’industria del risparmio. Il target vero è quello dei millennials, dei più giovani, che hanno scarsa dimestichezza con le banche e che, anzi, diffidano di istituzioni come la grande finanza, che si tratti di istituti di credito o di asset management. Il Ceo di Jp Morgan Jamie Dimon aveva già indicato un paio di anni fa il modello: Amazon Prime, che offre un servizio a cui ne aggiunge una serie del tutto gratuiti. E Amazon è il brand più amato dai giovanissimi, che si rivolgono al supermercato mondiale online per avere il prezzo più basso possibile.
Amazon stessa, di fatto, sta già operando come banca con la sua divisione Amazon Lending che offre credito ai negozi che vendono sulla sua piattaforma. E sta trattando proprio con Jp Morgan, insieme ad altre banche, per poter offrire ai propri clienti – millennails in primo luogo – un conto corrente, quello che non vogliono aprire con una banca tradizionale.D’altra parte i millennials avranno forse pochi soldi oggi, ma in prospettiva si preparano a ereditare somme non indifferenti dai genitori, che andranno poi amministrate.
Jp Morgan sembra averlo capito e rompe il fronte dei colossi di Wall Street confrontandosi con i nuovi attori – big tech o fintech che siano – e sfidandoli sul loro stesso terreno. Perché una volta conquistata la fiducia di un risparmiatore, ancora più se millennnial, è semplice ampliare l’offerta anche ai servizi bancari più tradizionali.