La città è gli alberi che coltiva

Quanto è verde la tua città? Ora misurarlo sarà più facile grazie a Treepedia, la nuova iniziativa del Mit Senseable City Lab guidato da Carlo Ratti che ha utilizzato la mappatura già disponibile grazie Google Street View unendola a un algoritmo che andasse a scovare, strada per strada, gli alberi disponibili. In modo da poter calcolare il Green View Index, un rating che misura il grado di green di una strada sulla base degli alberi che vi sono dislocati. Non si tratta quindi di giudicare effettivamente quanto è verde la città nel suo complesso, ma indicare la copertura alberata delle singole aree, in modo da fornire uno strumento di consapevolezza ai cittadini e agli esperti per valutare la politica legata al verde e il grado di copertura.

“La copertura verde di una città è una parte importante ed essenziale della vita urbana”, è l’assunto alla base di questa nuova iniziativa stando a Ratti. Grazie alla possibilità di accedere in diversi punti alla visione di Street View, il vero valore della piattaforma è quello di fornire ai cittadini per conoscere la propria città fornendogli una modalità diretta e semplice per esplorare e valutare la varietà e la densità della copertura di alberi nella loro città. In modo da poter visualizzare le aree con una copertura verde più ricca e quelle con una grande carenza di piante. E quindi rappresenta uno strumento per permettere a cittadini e policy maker di valutare le possibili azioni per integrare il patrimonio verde, magari con azioni decise direttamente dalle persone.

Gli alberi contribuiscono a mitigare le temperature più estreme, forniscono un riparo naturale dal rumore e dalla congestione delle metropoli e migliorano la qualità della vita degli abitanti di aree urbane. Partendo da questo presupposto il progetto del Senseable City Lab del Mit, in collaborazione con il World Economic Forum, si interroga proprio sul grado di consapevolezza che i cittadini hanno dell’habitat naturale nella loro città e sulle modalità per coinvolgere direttamente gli abitanti nel processo virtuoso per giocare un ruolo diretto nel dare forma alla copertura verde delle aree in cui vivono. “Presentiamo un indice con cui confrontare le città tra di loro – spiega Ratti -incoraggiando le autorità e le comunità locali a passare all’azione per proteggere e promuovere la copertura verde delle città”.

Il progetto ha ancora limiti evidenti, a partire dall’utilizzo di Street View, che esclude parchi e giardini che sono ovviamente le zone più densamente popolate di piante. Così a New York, l’aree di Central Park è completamente nera, contornata da puntini verdi, per segnalare le aree coperte da alberi, e marroni, per evidenziarne l’assenza. Ma siamo a uno stadio iniziale. “L’obiettivo del progetto – affermano i ricercatori del Mit – è avviare una conversazione in modo che le città possano capire come confrontarsi tra di loro e imparare dalle rispettive esperienze”. Nella fase successiva l’algoritmo sarà affinato per iniziare a identificare e taggare le diverse specie di alberi. Sul lungo periodo la piattaforma potrebbe trasformarsi in una sorta di social network che mette in connessione persone e alberi.

Per la cronaca, al momento la mappatura copre una dozzina tra le principali città mondiali. Il Green View Index premia Vancouver con un valore di 25,9, seguita da Sacramento e Ginevra, mentre le città più “vecchie” sono quelle con le performance peggiori in termini di alberi: la peggiore è Parigi con 8,8, seguita da Londra (12,7) e New York (13,5). L’unica italiana presa in considerazione è Torino, che si difende bene con un egregio 16,2. Ma, come abbiamo detto, l’indice ha valore relativo, l’importante è che i numeri e i puntini verdi sappiano innescare un processo virtuoso di conversazioni. E di azioni.