Peter Gabriel investe sulla blockchain (ma non per la musica)

Visionario e innovativo nel campo della musica, dai  Genesis alla world music, Peter Gabriel punta a stupire anche nell’ambito della tecnologia. E’ di questi giorni l’annuncio che l’istrionico cantante britannico ha deciso di investire in una delle tecnologie più rivoluzionarie (un po’ come i campioni del progressive a suo tempo): la blockchain. Non però applicata alla musica o ai diritti musicali, ma a un ambito più tradizionale, quello del tracciamento della supply chain alimentare.

L’ex cantante dei Genesis ha infatti investito una somma non meglio precisata in Provenance, una startup britannica che vuole rendere più trasparente la catena di fornitura del settore alimentare: l’idea di fondo, già in fase di sperimentazione da parte di catene della grande distribuzione, a partire da Walmart e Carrefour, o di colossi alimentari italiani come Barilla e Perugina, è quella di tracciare in assoluta sicurezza e senza possibilità di contraffazione le materie prime dei prodotti, dalla semina nel campo via via lungo tutta la filiera della logisitca e della trasformazione. L’investimento di Gabriel è stato effettuato nell’ambito di un round di finaziamenti che ha visto l’ingresso anche di diversi fondi di venture capital, che fa seguito a quello iniziale – seed (seme) si dice in gergo tecnico – da 800mila dollari dello scorso anno.

“Dobbiamo rendere sicure le fonti e le catene distributive degli alimenti, soprattutto per poter garantire che siano prodotti in maniera etica e sostenibile dal punto di vista ecologico”, ha spiegato Peter Gabriel, mantenendo fede ai suoi impegni legati alla tutela dell’ambiente e alla preservazione delle culture: “Il servizio di Provenance sarà di grande supporto per i consumatori e fornirà una piattaforma per permettere ai piccoli produttori indipendenti di competere con i colossi del settore”. Quale strumento migliore della blockchain? La tecnologia alla base del bitcoin promette di rivoluzionare il mondo del business garantendo un completo tracciamento di qualsiasi passaggio di valore senza la necessità di intermediari, semplicemente – si fa per dire, perché si tratta di architetture molto complesse – con un registro distribuito tra tutti gli attori del processo: una “internet del valore”, come si suole dire.

Nello specifico, Provenance utilizza Ethereum per la costruzione della propria blockchain, sfruttando le caratteristiche peculiari della criptovaluta che è alla base degli smart contract, i contratti che si concludono in maniera automatica al verificarsi di determinate condizioni. Proprio per questo Ethereum è la valuta più utilizzata nelle blockchain aziendali.

Non è la prima volta che il 68enne ex cantante dei Genesis, poi protagonista di una spettacolare carriera solista sconfinata anche nella produzione musicale con il lancio di un’etichetta dedicata alla world music (mirata proprio alla conservazione delle culture musicali autoctone da tutto il mondo), decide di investire in startup. Lo ha già fatto puntando 1,3 milioni di dollari in Ctrlio, una applicazione per risparmiare nell’organizzazione domestica.

Ma non sempre gli è andata bene, visto che la sua startup per la gestione delle licenze musicali, CueSongs, è finita in amministrazione controllata due anni fa. Un domani Gabriel potrebbe riprovarci facendo leva sulla blockchain!

Credit immagine: Skoll World Forum